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Le Lucidature

Restauro cassa Rolex Submariner 14060

Sul banco un Rolex Submariner 14060. L'orologio è entrato in laboratorio per un restauro completo di cassa e bracciale. La cassa possedeva buone geometrie di base, ma le condizioni generali della stessa apparivano tutt'altro che dignitose. Le due anse ad ore sei, essendo le parti maggiormente danneggiate, hanno avuto inevitabilmente bisogno di un riporto di materiale con una saldatrice a laser. Il lavoro è stato eseguito come sempre con l'ausilio di macchinari dedicati alle specifiche lavorazioni grazie ai quali è possibile ottenere risultati coerenti con l'originalità del pezzo.

I dettagli delle anse

Nelle foto scattate al dettaglio si possono apprezzare al meglio le reali condizioni dell'oggetto. Nell'ansa di sinistra troviamo diverse scalfiture molto profonde, sia sulla superficie satinata sia sul bisello; mentre, in quella di destra, l'intera porzione finale dell'ansa è stata asportata via modificandone notevolmente la forma originale. In casi come questo risulta indispensabile l'utilizzo di una saldatrice a laser per poter riportare sul pezzo il materiale perduto.  

Lo smontaggio

Per prima cosa si inizia con lo smontaggio della cassa in ogni suo componente, partendo dalla rimozione della ghiera girevole.

Lo scatto della ghiera non era funzionante ma appare subito evidente la causa del malfunzionamento. La sporcizia ostacolava il corretto funzionamento del cricco.

Si può finalmente svitare il fondello per estrarre il movimento dalla cassa.

Con l'ausilio dell'apposito utensile si rimuove la lunetta di tenuta del vetro zaffiro. Eseguita la prima operazione di smontaggio, si utilizza una pressa per isolare il vetro.

Successivamente si rimuove l'ultimo componente rimasto in sede: il tubo della corona. Ultimato il processo di smontaggio si può procedere con le operazioni di riempimento.

Il riempimento di materiale

Come detto in precedenza, i forti colpi subito dall'oggetto non hanno lasciato alternative ed è stato necessario l'utilizzo di una macchina saldatrice per il riporto del materiale mancante. L'acciaio utilizzato per il lavoro specifico è il 904. Il lavoro di riempimento deve obbligatoriamente esser bene eseguito per poter in seguito raggiungere dei buoni risultati finali e, proprio per questo motivo, risulta un processo delicato e di estrema precisione.

Le operazioni di lucidatura

Terminato il riporto del materiale si procede con la parte più lunga della riparazione: la ricostruzione e la finitura dei profili originali della carrure. Si comincia dai fianchi che, grazie all'ausilio del lapidello torneranno piatti come in origine. Dopo le varie carte abrasive man mano più fini si passa alla lucidatura alla spazzola. Le spalle risultano sicuramente la parte più complessa da eseguire. Queste si lavorano con apposite mole per poter mantenere nuovamente il piano e la giusta inclinazione della satinatura. Il bisello viene infine ricostruito con carte abrasive create appositamente allo scopo.

Il fondello viene lavorato sempre sul lapidello. La parte lucida viene montata sul carrello e preparata con le varie carte per poi essere rifinita sempre a spazzola. Terminata la lucidatura si esegue a mano la satinatura verticale centrale ed infine, si monta il pezzo sulla pinza del tornio per poter ultimare la satinatura circolare esterna. 

Il controllo delle lavorazioni

Ultimate tutte le operazioni, si può apprezzare il risultato finale. Considerato lo stato generale di partenza, il lavoro si può considerare soddisfacente e nel complesso l'oggetto è tornato in condizioni più che dignitose. I fianchi appaiono piatti e ben definiti, così come la satinatura delle anse e la faccetta del bisello. La parte sicuramente più difficoltosa da recuperare è stata l'ansa completamente mangiata alla quale è stato necessario aggiungere una notevole quantità di materiale, prima di cercare di donare nuovamente alla stessa le linee e le proporzioni originali. 

Le foto finali