
Trovare una vite rovinata non è certo una rarità in un orologio; può capitare di rovinare il taglio e molto spesso non si dedica del tempo a ripristinarlo nella maniera corretta. In orologi datati è molto frequente che le teste delle viti siano rovinate, in parte da maldestri interventi dell'orologiaio, ma anche da punti di ruggine che si sono formati negli anni.
Il restauro di questi piccoli componenti può sembrare semplice e veloce, ma non è così. Per eseguire questa lavorazione a regola d'arte vanno utilizzati diversi materiali ed è indispensabile l'ausilio di qualche macchinario/utensile. Esiste un tornietto creato appositamente per lucidare la testa delle viti. Questo piccolo macchinario è molto comodo se si esegue la lavorazione quotidianamente ma, come quasi tutti gli strumenti legati al mondo dell'orologeria, l'utensile non risulta economico. Personalmente utilizzo il tornio da banco per preparare il materiale, successivamente la piastra di zinco con l'ausilio di un attrezzo apposito alla lucidatura.
L'operazione per esser ben eseguita, può richiedere fino a trenta minuti per una singola vite; in media, un buon restauro si ottiene in quindici/venti minuti.
E' intuitivo come questo procedimento non possa essere la prassi durante una revisione (anche se teoricamente dovrebbe). Il costo del lavoro, infatti, salirebbe in maniera vertiginosa se si considerasse la quantità di viti presenti in un segnatempo meccanico. Lo ritengo quindi un "servizio aggiuntivo" e sarà a discrezione del cliente procedere o meno.
Anche in questo caso esistono varie scorciatoie attuabili, come ad esempio lucidare le viti con una spazzola o provare a tenerle tra le pinzette e lavorarle a mano libera. Questi sistemi servono solo a far risplendere la superficie superiore senza rispettare alcuna geometria originale della vite.
Si monta la vite sul tornio cercando di tenerla il più vicino possibile alla battuta e, aiutandosi con una contropunta, si inizia a far lavorare la carta abrasiva montata su di essa.
Il dettaglio del tassello montato nella contropunta con la carta abrasiva incollata su di esso. E' fondamentale non utilizzare la carta troppo spesso nello stesso punto.
Qui una panoramica di tutte le carte utilizzate per la preparazione della vite. In ordine da destra verso sinistra con relativa misura in micron: blu (40), verde (30), gialla (12), azzurra (9), rosa (3), verde chiaro (1).
Il risultato che si deve ottenere in questa fase di preparazione deve essere già ottimo. Teoricamente le viti potrebbero già esser pronte ma, per ottenere un risultato davvero eccelso, bisogna rifinirle con la pasta diamantina.
In orologi di pregio tutte le superfici dei componenti vengono rifinite. Personalmente, quella che associo maggiormente alla qualità, è la finitura "a specchio". Questa finitura risulta molto difficile da effettuare, richiede infatti una lunga preparazione che deve esser effettuata con precisione maniacale per mantenere perfettamente piane le superfici in lavorazione.
In orologeria classica, l'ultima rifinitura del componente avviene sulla piastra di zinco con l'ausilio della pasta di diamantina e dell'attrezzo dedicato esclusivamente alla lucidatura. Nel mio caso, l’utensile in questione è stato auto costruito durante il mio percorso di formazione; ha una forma molto particolare e necessita di parecchio tempo per essere realizzato. Esistono versioni molto meno "ricamate" che possono esser comprate dai classici rivenditori di utensili. Di seguito, possiamo vedere le fasi di preparazione della piastra con la polvere di diamantina.
L'utensile appena costruito. Basta utilizzarlo un paio di volte per farlo sembrare un pezzo d'antiquariato.
Si fissa la vite in posizione ed è quindi pronta per esser lavorata sulla piastra.
Risulta fondamentale regolare l'attrezzo in maniera tale che la vite sia perfettamente parallela con la superficie.
Si inizia la finitura. Questo processo ha ovviamente senso solamente se la testa della vite è stata preparata a dovere.
Il risultato appare buono, il taglio della vite risulta recuperato completamente come forma (ciò non sempre è possibile), il piano è stato mantenuto come l'originale e la lucidatura è soddisfacente. Se il lavoro viene eseguito a regola d'arte non devono esserci sfaccettature nel piano ed il suo riflesso deve risultare netto e non "bombato". Manca soltanto un ultimo passaggio prima di poter considerare ultimata la lavorazione. Durante i processi illustrati si è inevitabilmente rimosso del materiale e, di conseguenza, anche lo smusso presente sul perimetro della vite risulta più piccolo o addirittura inesistente. Si rimonta quindi la vite nel tornio e si crea nuovamente l'anglage utilizzando un bulino a mano creato ad hoc. La vite è finalmente pronta.