Sul banco un meraviglioso segnatempo complicato prodotto da Audemars Piguet, il Royal Oak "Quantieme Perpetual" 25820. L'orologio è arrivato in laboratorio con problemi di marcia e di rimessa rapida tramite l'utilizzo dei diversi correttori. Il movimento utilizzato nell'oggetto è di tipo modulare: la cronometria sfrutta la storica base Jaeger Lecoultre 920, commercializzata da AP con la sigla "2121" mentre per il calendario perpetuo viene integrato un modulo semi-indipendente. Questa combinazione rende possibile la complicazione ed il movimento viene rinominato quindi "Audemars Piguet 2120/4". La cassa possiede tre correttori laterali che permettono la rimessa rapida del calendario e delle fasi lunari; questi correttori migliorano senza dubbio la praticità dell'oggetto infatti, nei perpetuali classici, la rimessa dell'intero sistema si esegue solamente facendo scorrere le lancette dell'orologio. La lavorazione di questi macchinari non è particolarmente difficile da un punto di vista tecnico ma considerata la particolare fragilità della maggior parte dei componenti è richiesta la massima attenzione durante tutte le operazioni. Altro aspetto fondamentale consiste nell'eseguire tutte le regolazioni micrometriche di mollette e leve con la giusta cura per evitare il malfunzionamento, o peggio ancora la rottura, dell'intero sistema. Il modulo utilizzato in questo specifico modello presenta l'indicazione sovrapposta di anno e mese nello stesso contatore, questa soluzione è data dalla speciale forma della ruota a camma e della grande leva che ingrana con essa.
Una volta rimosso il meccanismo dalla carrure si può iniziare ad apprezzare la pregevole fattura del quadrante.
Ad ore sei troviamo il delicatissimo disco delle fasi lunari accompagnato dalla stampa della Maison.
I tre contatori posti ad ore tre, nove e dodici indicano rispettivamente il numero del mese, il giorno della settimana, l'anno ed il mese corrente. La lavorazione eseguita sulla superficie del quadrante è denominata "petit tapisserie" per via dei "quadratini" più piccoli rispetto alla dimensione standard.
La base cronometrica, come accennato in precedenza, si basa sul calibro JLC 920. Rinominato da Audemars 2120/4, si possono immediatamente apprezzare le finiture eseguite su di esso partendo dalla massa oscillante scheletrata e lavorata interamente con la tecnica dell'anglage. Sempre sulla massa troviamo alcune indicazioni con su scritto le caratteristiche tecniche del movimento.
Si inizia lo smontaggio rimuovendo prima la massa oscillante e scaricando in seguito la carica residua nella molla di carica.
Rimosso il bilanciere si controllano i vari giochi dell'ancora apprezzandone anche qui le finiture curate al dettaglio.
Una caratteristica unica del 920 è lo scorrimento della massa oscillante sulla platina che avviene tramite quattro rubini "rotanti".
Il bariletto viene definito "volante" ed è tenuto in sede da tre piccole viti passanti per la ruota rochet.
Si rimuovono tutte le viti per poter alzare il grande ponte che tiene in sede sia l'automatico sia le prime due ruote del tempo.
Le ruote appaiono ben conservate ed i pivot hanno necessitato solamente di leggeri ripristini effettuati con la tecnica del pivotage.
Il sistema di rimessa in ora rimane identico alla versione solotempo. Rimosso il copri bascula si controlla lo stato dei ruotini intermedi della rimessa prima di procedere al lavaggio.
Il modulo perpetuale appare fortunatamente in ottimo stato di conservazione.
La chaussèe è probabilmente uno degli elementi più delicati dell'intero sistema.
Un dettaglio del "cervello" del calendario perpetuo.
La grande leva è l'elemento che determina la sincronizzazione di tutto il modulo perpetuale. Questa leva è tenuta in sede da una vite con tenone e viene messa in tensione da una molletta a filo estremamente delicata. Essa determina tutte le profondità di ingranaggio e garantisce quindi un corretto funzionamento del tutto.
In dettaglio la ruota del mese, quest'ultima ha 48 denti e compie un giro completo ogni 4 anni. Una camma frizionata su di essa determina l'anno bisestile.
Una volta rimossa la ruota troviamo la camma dei mesi.
La stella a sette punte ospita ovviamente la lancetta dei giorni della settimana, quest'ultima può essere spostata indipendentemente con la rimessa rapida.
Il rimontaggio di orologi complicati risulta sempre molto delicato e va dedicata la massima attenzione per ogni minimo dettaglio. I problemi riscontrati nei correttori sono stati risolti facilmente grazie alla regolazione di alcune altezze dei "pistoncini" che erano state alterate in precedenza. La marcia è risultata immediatamente affidabile così come la riserva di carica. I problemi maggiori sono stati riscontrati nel trascinamento dell'intero modulo allo scattare della mezzanotte. La chaussèe è uno degli elementi più fragili da trattare dell'intero meccanismo e per poter raggiungere un risultato funzionale e duraturo bisogna procedere "per tentativi" finchè non si raggiunge la frizione ottimale desiderata. Terminata la riparazione il segnatempo è rimasto in controllo per diversi giorni così da poter assicurare l'intero funzionamento. La cassa ed il bracciale non sono state ritoccate poichè apparivano in buono stato di conservazione e dopo qualche settimana di attesa il cliente ha potuto finalmente indossare nuovamente questo piccolo capolavoro della meccanica.