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Le Riparazioni

Charles Oudin

Sul banco un orologio molto raro ed estremamente affascinante. Un cronometro da tasca con calendario completo, firmato Charles Oudin. Il segnatempo è in buono stato di conservazione; il quadrante in smalto mostra qualche piccola crepa, ma il meccanismo è ottimamente conservato. Credo di poterne catalogare la produzione nella prima metà dell'ottocento; abbiamo davanti un oggetto che ha circa due secoli di vita. 
La cassa in oro 18 carati è magnificamente costruita e possiamo ancora ammirare sul fondello esterno il dipinto di uno stemma nobiliare perfettamente conservato. L'orologio non possiede la corona di carica, infatti, sia per ricaricare il meccanismo sia per rimetterlo in orario, si utilizza un'apposita chiavetta che viene inserita tramite due fessure nel fondello interno. Questa chiavetta è "legata" all'orologio tramite la catena in oro, risulta quindi sempre disponibile nel caso in cui si dovesse ricaricare il meccanismo. Come detto, il quadrante presenta qualche piccola crepa che però lascia intatto il suo fascino; le sfere, elegantissime nelle forme e perfettamente rinvenute al blu, rendono questo segnatempo davvero eccezionale. Il movimento risulta molto robusto ed estremamente estetico grazie soprattutto ai ponti indipendenti per l'intero treno del tempo. Prima di procedere con lo smontaggio, seguirà un breve approfondimento riguardante l'autore di questa piccola opera d'arte.

Charles Oudin è stato uno dei più talentuosi orologiai francesi del XIX secolo. Allievo di Breguet, non a caso il suo primo orologio porta la firma "Charles Oudin éléve de Breguet", apre la sua personale attività parigina nel 1797. Il suo talento fu immediatamente riconosciuto e non ci volle molto prima che personaggi illustri iniziassero a richiedere le sue opere; prima fra tutti Marie-Josèphe-Rose Tascher de La Pagerie, meglio nota come Giuseppina di Beauharnais, prima moglie di Napoleone Bonaparte, nonché imperatrice consorte dei Francesi dal 1804 al 1809 e regina d'Italia dal 1805 al 1809. Realizzò un orologio con ripetizione minuti per la regina, ma fu protagonista di diverse creazioni su commissione nel corso di tutta la prima metà dell'ottocento. A partire dal 1801 l'artigiano si stabilì all'interno del "Palais Royal", uno dei palazzi più prestigiosi di Parigi. In questo particolare orologio troviamo la sigla "Palais Royal N.52", questo ci fa intuire come la costruzione sia posteriore al 1809; infatti, nei primi anni di alloggiamento all'interno del palazzo, la bottega era situata al civico N. 65.
Ancora oggi, passeggiando davanti questa maestosa struttura, possiamo trovare una targa al numero 52 che recita: "Charles Oudin - Horloger de la Marine française".

La cassa ed il quadrante

Iniziamo con una panoramica generale della tripla cassa in oro 18 carati nella quale alloggia il meccanismo.

Un dettaglio dello stemma nobiliare dipinto sul fondello, in alto si nota la chiavetta che permette la ricarica e la rimessa dell'ora.

Il secondo fondello nel quale troviamo tutte le incisioni relative all'artigiano. I due fori sono allineati con la ruota centro e l'albero del barile.

Occupiamoci adesso del quadrante. La rimozione delle lancette, soprattutto quando lo smalto risulta già rovinato come in questo caso, diventa un'operazione molto rischiosa, da effettuare con la massima cautela. Nello specifico l'operazione è andata a buon fine, il quadrante non ha mostrato ulteriori piccole crepe dovute alla rimozione di tutte e cinque le sfere presenti su di esso. Nel retro possiamo apprezzare una sigla, ormai quasi del tutto sbiadita, che probabilmente indicava le iniziali del quadrantaio. 

Il movimento

Iniziamo una prima rapida ispezione dell'intero meccanismo prima di rimuoverlo dalla cassa. Il lato del quadrante risulta ben progettato; semplice e funzionale. Le finiture sono discrete, soprattutto se consideriamo i componenti in acciaio, come ad esempio le due lunghe mollette di tensione.

Il meccanismo risulta esteticamente molto affascinante. I ponti individuali per ogni singola ruota rendono l'insieme molto armonico e le finiture, considerato il periodo di costruzione, le possiamo ritenere abbondantemente al di sopra della media.

Lo smontaggio

Rimosso il movimento dalla cassa iniziamo lo smontaggio. Cominciamo da ruotismi lato quadrante. Rimuoviamo la stella che scandisce lo scatto dei sette giorni settimanali per proseguire poi con tutti gli altri componenti che permettono il funzionamento del calendario completo. Si può notare in questa foto il tipico doppio cricco a croce di malta montato nel bariletto.

Capovolgiamo il movimento e ci occupiamo della parte cronometrica. Il bilanciere ha una classica spirale con curva Breguet non "libera"; possiede, infatti, una racchetta con spinette di regolazione. Le viti che possiamo notare alloggiate nel volantino sono indispensabili per una corretta equilibratura dello stesso.  

Rimosso il bilanciere possiamo iniziare ad ammirare l'ancora alloggiata nella sua sede. 

Si rimuovono quindi tutti i singoli ponti con relative ruote e se ne controllano le condizioni.

Un dettaglio della ruota mediana. La finitura non riuslta particolarmente raffinata.

L'ancora

Il piccolo capolavoro all'interno dell'orologio è costituito dalla particolare forma dell'ancora. Si può apprezzare immediatamente la cura che è stata riservata alla costruzione del ponticello che tiene in sede il componente: esso è composto da una base in ottone nella quale viene alloggiata una piccola piastrina in acciaio magistralmente rifinita. Possiamo quindi ammirare l'ancora nella sua particolare sagoma, anch'essa risulta ben rifinita e curata nei minimi dettagli.

In questa foto si possono notare due particolari interessanti: la tige dell'ancora non è frizionata a pressione, ma arriva in battuta grazie ad una filettatura e, inoltre, la tornitura del cilindro che precede il pivot non risulta parallela, ma di forma conica seguendo i canoni imposti dall'orologeria classica.


L'ancora nella sua sede. Possiamo notare come i due "baffi" che hanno la funzione di contrappeso, una volta messa l'ancora in posizione, vadano a posizionarsi sopra la ruota scappamento.

L'orologio è terminato e, nonostante i suoi due secoli di vita, la marcia risulta costante e piuttosto accurata. Le funzioni di rimessa funzionano egregiamente come tutto il sistema legato al calendario. Il quadrante non ha subito peggioramenti estetici nonostante il rimontaggio ed i vari allineamenti risultano soddisfacenti. Con tutta la dovuta cura, non resta che indossare nuovamente questo splendido segnatempo.