
Sul banco un'Omega Speedmaster Reduced equipaggiato dal calibro Omega 3220. L'orologio è sicuramente uno Speedmaster atipico: il diametro è decisamente ridotto rispetto al celebre Moonwatch e soprattutto il movimento equipaggiato in esso non è a carica manuale, bensì automatica. Questi sono i due motivi principali per il quale l'Omega Reduced non è mai stato pienamente accettato dai puristi del marchio. Il movimento non è manifattura Omega, infatti, la base cronometrica utilizzata è un movimento ETA 2892, mentre il modulo cronografico è composto da una piastra aggiuntiva indipendente Dubois Depraz. L'orologio purtroppo ha subito importanti danni alla meccanica a causa dell'entrata d'acqua ed il ripristino generale è stato "obbligato" da qualche compromesso. La lancetta dei minuti e dei secondi cronografici sono state sostituite poichè eccessivamente rovinate, mentre molte leve del modulo cronografico sono state ripristinate lasciando però qualche segno estetico dell'intervento compiuto. L'alternativa sarebbe stata la sostituzione dell'intero modulo (stessa procedura che sarebbe stata attuata dalla casa madre), ma inevitabilmente il costo di tale operazione sarebbe stato molto superiore.
Rimosso il meccanismo dalla carrure iniziamo con un dettaglio della scala tachimetrica.
Al suo interno il fondello riporta tutte le referenze dello specifico modello.
Esternamente troviamo l'incisione dello storico ippocampo utilizzato come logo da Omega.
Il quadrante fortunatamente non ha subito danni irreversibili alla grafica. Se ispezionato attentamente i segni lasciati dall'acqua appaiono piuttosto evidenti ma nel complesso, una volta rimontato, mantiene un aspetto assolutamente gradevole.
Come accennato in precedenza il movimento è composto da un calibro base e da una piastra aggiuntiva. La parte più problematica della lavorazione è stata sicuramente la piastra che appariva in condizioni pessime.
Nei dettagli qui sopra si può notare come molti componenti siano stati intaccati dalla ruggine che non ha compromesso la possibilità di un ripristino meccanico, ma sicuramente ha rovinato definitivamente l'estetica del componente.
Lo smontaggio della piastra prosegue ma le condizionni generali non migliorano affatto. In questi casi sarebbe molto più semplice la sostituzione dell'intero modulo ma il cliente, visto anche il relativo valore dell'oggetto, non era disposto a spendere cifre folli per ripristinarlo.
La base cronometrica appare decisamente in condizioni migliori rispetto al modulo cronografico.
Iniziamo lo smontaggio di questo ETA 2892 partendo dall'ispezione del modulo automatico.
Rimosso il modulo si controllano i vari giochi dei componenti della base del meccanismo.
Un dettaglio dell'ancora e della ruota scappamento ancora nella loro sede.
I vari ruotismi come anche i rubini incastonati nel ponte appaiono in ottimo stato.
Si smonta il ponte del bariletto e capovolgendolo si controlla il corretto funzionamento dei ruotismi che permettono la ricarica del segnatempo.
Nel lato opposto troviamo il classico layout del 2892 con la modifica apportata al rocchetto calzante per permettere la trasmissione al modulo.
Un dettaglio degli ingranaggi relativi alla rimessa dell'ora. Si nota anche qui uno stato non ottimale dei componenti che lo compongono.
Si comincia a riassemblare partendo dal corretto funzionamento della base cronometrica, successivamente si procede con il rimontaggio della piastra Dubois Depraz. Terminata la revisione l'orologio marcia con buona regolarità e mantiene una discreta riserva di carica. Le funzioni relative alla cronografia lavorano correttament ed il segnatempo può finalmente essere indossato nuovamente. Sarebbe stato sicuramente più semplice sostituire l'intero modulo ma, visto il costo proibitivo, il cliente ha richiesto un ripristino dei componenti per quanto possibile e, nel complesso, il risultato raggiunto ha soddisfatto entrambi.