Sul banco il modello sportivo Patek Philippe per eccellenza, il Nautilus referenza 5711/1. L'orologio appare in ottimo stato generale ma il meccanismo, dopo aver subito un forte urto, si è completamente bloccato. Il calibro utilizzato dalla casa ginevrina prende il nome di Patek 324/390 ed è l'evoluzione del calibro, sempre di manifattura, 315. Questo movimento, oltre ad apparire molto bello esteticamente, assicura senza dubbio buone prestazioni cronometriche. Il limite probabilmente più grande risiede nella poca efficacia della ricarica automatica oltre all'eccessiva fragilità di alcuni componenti. La particolare forma della cassa è frutto dell'idea geniale di Gerald Genta che, nei primi anni Settanta, ha prodotto il design di alcuni dei più importanti design della storia dell'orologeria. Le condizioni estetiche di cassa e bracciale sono apparse immediatamente discrete e non è stato necessario intervenire con nessun ripristino degli stessi. Il forte urto subito dall'oggetto ha provocato la rottura della piccola boccola piazzata all'interno del foro che ospita il pivot della tiges. Quest'ultima, è finita tra i ruotismi bloccando completamente il segnatempo.
Si inizia lo smontaggio con la rimozione del meccanismo dall'interno della carrure.
Per estrarre il movimento è necessario smontare anche la lunetta ed il vetro.
Sul retro del fondello troviamo incisa la referenza dell'oggetto: 5711/1.
Alcuni dettagli del quadrante visti a grandi ingrandimenti. La scritta Patek Philippe si presenta lineare e senza grazie, ad ore sei la classica dicitura "Swiss".
Si inizia lo smontaggio del meccanismo partendo dal lato del quadrante.
Immediatamente si possono apprezzare finiture di primissimo livello.
Come sempre le soluzioni Patek per le varie funzionalità appaiono piuttosto complesse.
Lo smontaggio dei vari componenti è fluido e la condizione degli stessi è indiscutibilmente ottima. La chaussée è uno degli elementi più delicati di questo meccanismo poichè spesso tende a diventare eccessivamente lasca provocando problemi di marcia.
Capovolgendo il movimento troviamo la splendida massa oscillante in oro marchiata Patek PHilippe.
Sul piccolo ponte dell'automatico si può apprezzare il numero identificativo del calibro; 324/390.
Il punzone di ginevra rappresenta la certificazione di massima qualità di finitura svizzera.
Interessante la spiegazione incisa sul ponte del bilanciere per la corretta regolazione della marcia.
Rimosso il bilanciere si può rimuovere il ponticello e l'ancora così da poter testare i ruotismi.
Si prosegue lo smontaggio della ruota scappamento e della successiva ruota secondi.
La platina priva di buona parte degli elementi che la caratterizzano.
Rimosso il grande ponte dei ruotismi si può procedere con lo smontaggio completo del segnatempo.
Una volta trovato il problema che provocava il malfunzionamento del meccanismo, il rimontaggio di quest'ultimo non ha causato particolari difficoltà. La sede del pivot della tiges è stata nuovamente equipaggiata di una piccola boccola di riduzione metallica ed il gioco del componente è tornato ad essere corretto come in origine. I restanti componenti non presentavano usure eccessive e non è stato quindi necessario alcun tipo di lavoro di ripristino dei perni. L'orologio fortunatamente è stato ripristinato senza dover affrontare costi eccessivi e finalmente è tornato in funzione al polso del suo proprietario.