Sul banco uno Zenith automatico degli anni '50 equipaggiato dal magnifico calibro di manifattura 133-8. L'orologio, dopo anni di inattività, è stato finalmente riesumato da una vecchia cassaforte ed è risultato sin da subito non funzionante. Lo stato generale del segnatempo risulta abbastanza buono: il quadrante, come si vedrà in seguito nel dettaglio, è stato ristampato in maniera piuttosto dignitosa, la cassa in oro 18kt si presenta "piena" di materiale mentre la corona, seppur originale, è probabilmente successiva al resto del segnatempo.
Il calibro è una vera chicca prodotta dalla ditta di Le Locle. Particolare la costruzione di molti componenti, soprattutto il sistema di ricarica automatica. La massa oscillante in questo segnatempo non compie un giro di 360° ma percorre un "tragitto" limitato. Questa soluzione risulta possibile grazie all'ausilio di due molle montate all'estremità della massa che permettono un continuo ritorno in movimento della stessa. Nel complesso il movimento è abbastanza affidabile; la chaussé è posizionata “lato ponti” mentre la ricarica manuale avviene tramite un ingegnoso sistema di trasmissione comandato da un doppio ruotino a coltello. Nel lato del quadrante l'enorme ruota cannone è tenuta in sede da una piastrina fissata con due piccole viti. Il movimento risultava completamente secco di lubrificanti ed era quindi indispensabile effettuare una revisione completa. La cassa, in accordo con il cliente, non è stata ritoccata poiché risultava ancora in ottime condizioni estetiche.
Iniziamo lo smontaggio del segnatempo con la rimozione del fondello a scatto che protegge il bellissimo movimento di manifattura 133-8.
La qualità della scritta Zenith lascia subito ipotizzare una ristampa del quadrante.
Migliore la fattura della stampa "swiss made" posta sotto l'indice ad ore sei.
Capovolgendo il quadrante si fuga ogni dubbio. Appare evidente lo "sfregio del ristampatore".
Il fondello, ovviamente in oro 18kt, svolge egregiamente la funzione di tenuta nonostante gli oltre cinquant'anni di attività.
Nel dettaglio si vedono i diversi stampi del fabbricante dell'oro insieme alla sigla della Maison elvetica.
Questo particolare sistema di ricarica viene denominato "Bumper" o “massa a martello”. Nello specifico l'oscillazione della massa oscillante è limitata nella corsa e, alle due estremità del rotore, troviamo due molle che permettono una rapida ripartenza dello stesso con conseguente ricarica del meccanismo. Il calibro 133-8 di Zenith ricarica unidirezionalmente e, ad onor del vero, questo particolare sistema è ormai inutilizzato poiché l'efficacia dello stesso lascia un pochino a desiderare se paragonato al classico rotore libero a 360°.
La massa oscillante "bumper". Si può notare il cricchetto ancora alloggiato in sede.
Una caratteristica è sicuramente l'abbondante spessore della massa.
Iniziamo rimuovendo il ponte dei ruotismi che permettono la ricarica automatica del segnatempo.
Si disassembla la ruota corona posta "a vista" e tenuta in sede da una lunga vite passante.
Rimosso anche il ponte del bilanciere si inizia l'ispezione dello scappamento.
Un dettaglio dell'ancora ancora nella sua sede.
Il doppio ruotino a coltello che permette la carica manuale dell'orologio.
Si rimuove l'enorme ponte superiore dei ruotismi.
Nel dettaglio il rocchetto del barile e la ruota conduttrice dell'automatico.
Rimossi i componenti sopra citati rimane il ponte del treno del tempo.
La particolare chaussé assemblata nel lato opposto rispetto alle tradizionali.
Nel lato del quadrante troviamo un ponticello che tiene in sede la ruota cannone e la ruota della minuteria. Sicuramente singolare la soluzione di adottare una molletta di spinta sul perno della ruota della minuteria per ridurre il gioco tra i vari ruotismi.
Si procede quindi al rimontaggio dell'intero meccanismo partendo dai rubini posti sul ponte del bilanciere. La costruzione atipica dell'intero movimento risulta abbastanza "scomoda" in fase di rimontaggio. Nel complesso la meccanica è piuttosto solida ma le varie soluzioni alternative peccano un pochino di efficacia. L'orologio, terminata la revisione, marcia con buona precisione e mantiene bene la carica. Il sistema di ricarica automatica lavora con discreta "libertà" e nel complesso il segnatempo appare piuttosto affidabile.